Ad alcuni cittadini di Manoppello nei giorni scorsi sono arrivate le lettere con cui RFI annuncia l’esproprio di case e terreni per ragioni di pubblica utilità in merito al raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma. Comprensibile lo sgomento dei residenti, poi arriva il “chiarimento” del sindaco che spiega: non tutti i destinatari delle lettere saranno espropriati, ma solo quelli interessati dalla revisione dello studio di fattibilità operata a giugno scorso. Dunque vi sarà una specie di lotteria tra i fortunati che conserveranno le loro proprietà e coloro che invece se le vedranno espropriare, in ogni caso il nuovo tracciato cambierà irrimediabilmente il volto del paese travolgendo immobili e appezzamenti. Questa riffa del brivido si ripeterà in tutti i Comuni attraversati dalla linea in questione.

La domanda è: si poteva evitare tutto questo? Certamente.

Chi avrebbe potuto farlo? La Regione Abruzzo, che avrebbe dovuto rivendicare la competenza a stabilire il percorso condiviso per la realizzazione dell’opera e, invece, non ci ha messo una nota. Infatti spetta proprio alle Regioni la competenza sui tracciati delle infrastrutture, secondo quanto previsto dall!articolo 117 della Costituzione, ribadito con sentenza n. 303/2003 della Corte Costituzionale in materia di infrastrutture ferroviarie.
Va ricordato che tra giugno e luglio scorsi la stessa Regione si è fatta scippare dal governo “amico” 1 miliardo 465 milioni 170mila euro destinati proprio al raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara.
Il sonno della ragione genera mostri, diceva Goya. Il sonno della Regione Abruzzo – durato 5 lunghissimi anni – ha prodotto anche questa indesiderabile situazione fra i cittadini, che non sono stati difesi dai loro rappresentanti. Qualcuno se ne ricorderà il 10 marzo.

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