Nel chiuso di un bunker sotterraneo, mentre gli abruzzesi protestavano per l’iniquo aumento delle tasse a fronte di una sanità malata, il presidente romano non ha trovato di meglio che attaccarmi personalmente.
Come se fossi io colui che – dopo aver promesso di abbassare la pressione fiscale – ha aumentato l’Irpef per tappare la voragine che si è creata nei conti della sanità nei 6 anni di governo regionale di centrodestra.
Poiché ognuno ha ed è il suo stile, replico con i dati fattuali agli insulti (“fanfarone, millantatore”) che Marsilio mi ha rovesciato addosso:
– ho parlato male della gestione dell’aeroporto quando perdeva migliaia di passeggeri al mese, tanto è vero che il 2024 si è concluso con 25.149 transiti in meno rispetto all’anno precedente;
– non ho parlato male dell’aeroporto ma di un modo truffaldino di fare campagna elettorale, quando (era il 5 febbraio 2024) il presidente viandante ha fintamente inaugurato il cantiere per l’allungamento della pista di volo, i cui lavori sono iniziati effettivamente soltanto il 6 maggio successivo, dunque tre mesi dopo l’allegra scenetta ad uso televisivo;
– a gennaio 2024 il presidente viaggiatore aveva promesso che si sarebbe arrivati a un milione di passeggeri entro l’anno, e invece lo scalo ha perso utenti fermandosi a quota 843.696. Per questa figuraccia stiamo ancora aspettando che chieda scusa agli abruzzesi, intanto sappia che (nonostante le sue promesse) neanche quest’anno l’aeroporto d’Abruzzo raggiungerà il milione di utenti, e su questo sono pronto a scommettere;
– quando parla di sanità, Marsilio dovrebbe ricordare che è stata la giunta regionale di cui ero presidente a far uscire l’Abruzzo dal commissariamento nel 2016, mentre lui e i suoi assessori stanno facendo di tutto per farci ripiombare in quella situazione incatenata;
– mi preme anche fargli notare che è surreale chiedere un aumento della tassazione per il livello di sanità attualmente erogato in Abruzzo, una regione in cui 120mila persone devono rinunciare alle cure, le Asl hanno accumulato 180 milioni di debiti, la mobilità passiva ci ruba 104 milioni all’anno e i Livelli Essenziali di Assistenza – soprattutto la prevenzione e la sanità territoriale – sono tali da farci figurare tra le ultime in Italia.
– come dimenticare poi i global service fuori controllo e portati a cavallo?
Parliamo di queste cose, presidente, mettendo da parte gli insulti. Se vuole facciamo un confronto davanti a un giurì d’onore, evitando però i palloncini di cui ama contornarsi.
Confrontiamoci sui numeri, sui dati veri, non su chi alza più la voce: vediamo chi ha più argomenti, non chi sa imitare meglio le scimmie urlatrici.