Il 19 febbraio 2018 la Regione Abruzzo, l’Arap e il Consorzio di bonifica ovest di Avezzano hanno firmato la concessione che dà il via alla procedimentalizzazione del progetto – che prevede un investimento complessivo di 50 milioni di euro a valere sui fondi del Masterplan – per la realizzazione della rete irrigua a pressione nella piana del Fucino.
L’opera, che contempla circa 150 km di rete idrica intubata, è al servizio di un’area di 9000 ettari, sulla quale insistono centinaia di imprese agricole che rappresentano il 25 per cento della produzione agricola abruzzese, con 450 milioni di euro di Pil e circa 15.000 occupati diretti e nell’indotto.
I lavori sarebbero dovuti terminare entro la prima metà del 2022, ma così non è stato perché la giunta regionale di centrodestra, con delibera n. 416 del 15 luglio 2020, ha stornato 46,5 milioni da quei fondi per altre opere.

Purtroppo, nonostante le rassicurazioni sulla stampa di vari esponenti del centrodestra, delle risorse per il Fucino si è persa traccia: non compaiono né nell’anticipazione di finanziamenti (123,09 milioni) assegnati all’Abruzzo a valere sul Fondo di sviluppo e coesione (FSC) 2021-2027 disposta con il Decreto Carfagna, né tra i progetti finanziati con il PNRR. Non solo: si è smarrito nei cassetti dell’Arap anche il progetto esecutivo, che doveva essere pronto entro il mese di agosto del 2022.

La mia domanda è semplice: considerato che mancano 84 giorni allo svolgimento delle elezioni, quando il presidente in scadenza della Regione Abruzzo pensa di ripristinare le risorse tolte per la realizzazione della rete irrigua a pressione nella piana del Fucino?

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