Due settimane fa ho tenuto una conferenza stampa sul recente concorso per dirigente tecnico bandito dal Comune di Pescara. Un concorso da me definito discusso e discutibile, terminato con la bocciatura di tutti i 57 candidati.
Oggi apprendo che 6 di loro, in autotutela, hanno presentato richiesta di annullamento della prova orale dell’esame in quanto risultano assenti i criteri di valutazione della prova stessa, che andavano stabiliti dalla commissione prima dell’espletamento. Tale mancanza, contravvenendo a quanto previsto dall’articolo 12 del D.P.R. n. 487/1994, inficia la validità della prova.
A fronte di questo, cosa farà il dirigente del settore Risorse Umane del Comune? Cosa farà il direttore generale Pierluigi Carugno, membro della commissione di esame? Non chiedo assolutamente cosa suggerirà il direttore del settore Lavori pubblici – che non ha superato la prova scritta dell’esame – poiché in questo caso del tutto estraneo al segmento di procedura messo sotto i riflettori.
Avevo concluso la conferenza stampa di due settimane fa con la previsione che il PIL dell’avvocatura (pescarese e non) sarebbe cresciuto di almeno due punti percentuali. Sono stato facile profeta: sembra quasi che, più che cercare vincitori, si siano cercati i bocciati attraverso il rovesciamento dell’obiettivo della selezione, che è il reperimento di risorse umane adeguate per una Pubblica amministrazione.
Sono certo del fatto che gli autorevolissimi componenti giudicanti sapranno trovare la soluzione migliore per tutelare le esigenze dell’ente e le aspettative dei concorrenti, che hanno diritto ad una selezione svolta secondo i principi di legittimità e trasparenza.
Ma serviva o no fare questo concorso? Vedremo. Per fortuna che l’Ufficio Legale del Comune è di straordinaria autorevolezza, competenza e capacità di GiusPrudenza.

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