“Indosso i panni dell’oppositore, ricostruendo le anomalie del destino lavorativo del direttore sanitario della Asl di Chieti Angelo Muraglia mettendolo a confronto con una vicenda riguardante le ferrovie abruzzesi”: così ha esordito l’on. Luciano D’Alfonso in una conferenza stampa tenuta oggi a Chieti.

Il riferimento è alla vicenda di Muraglia, il cui contratto è scaduto senza che la Regione Abruzzo ne disponesse la proroga nonostante una precisa richiesta del Comitato dei Sindaci. “Tutto parte da una questione – ha spiegato il deputato del PD – se si fosse voluto consentire a Muraglia la prosecuzione del suo lavoro, si poteva rinnovargli il contratto prima dei 65 anni, con la stessa determinazione messa per cacciare i direttori Armando Mancini (Asl di Pescara) e Alfonso Mascitelli (Agenzia Sanitaria Regionale): si trattava solo di cambiare verso e invertire la volontà contrariante. Va ricordato che quelle delibere furono dichiarate illegittime dal giudice, con risarcimento danni per il quale si sta aspettando una iniziativa della Corte dei Conti che noi provvederemo ad aiutare”. E ancora: “Muraglia era in esercizio, si poteva assumere un atto per tenerlo fino al 67esimo anno, come feci io da presidente della Regione con il direttore sanitario della Asl di Teramo, ascoltando il Comitato dei Sindaci senza squadrismo reattivo e randellante”.

D’Alfonso si è poi focalizzato sulla risposta di Marsilio al sindaco di Vasto Francesco Menna in merito alla vicenda Muraglia: “Una lettera che realizza delle manganellate al sindaco, dicendogli che non si deve permettere di affrontare le tematiche della sanità. Non condivido né la forma né la sostanza, non si è mai vista una replica simile. Nessun presidente ha mai trattato così un sindaco. E’ stata un’inutile prova di squadrismo culturale che arriva da un tale che nulla sa della comunità regionale, e che ha utilizzato la ventosità elettorale favorevole per diventare presidente della Regione Abruzzo. Si ricominci a rispettare i sindaci, che sono figure da santificare e ringraziare, e si affrontino le questioni serie”. 

Il deputato dem ha poi fatto un parallelo tra il caso Muraglia e quello di Enrico Dolfi, assunto dalla giunta Marsilio quale direttore della divisione ferroviaria di TUA: “Dolfi, laureato in Scienze della comunicazione ed in altre prossimità accademiche, ha partecipato ad una selezione come direttore della divisione ferroviaria di TUA, nella quale fantasiosamente non si prevedeva la laurea in ingegneria; adesso è diventato esperto tecnico del presidente. Perché Dolfi viene convocato per questo sopravvenuto compito, lasciando scoperto il settore ferroviario di TUA, e a Muraglia non viene rinnovato l’incarico? A questo punto propongo di recuperare Muraglia per firmare la perizia di variante per la piattaforma logistica ferroviaria di Saletti, un’opera fondamentale attesa al pari della necessaria perizia di variante da 4 anni, visto che Dolfi non lo fa perché distratto, naturalmente non dalle attività dell’iniziale lavoro di lobbista per Bombardier, ma dalle esigenze fiduciarie del presidente della Regione in scadenza”.

E Infine: “Un errore Muraglia lo ha fatto: non indovinare le frequentazioni e gli accreditamenti per mettere nello zaino quella cosa speciale che si chiama fiduciarietà, di cui Dolfi è ben provvisto, prima durante e dopo”.

Il Messaggero

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