La Camera dei deputati ha approvato in queste ore un decreto blocca edilizia, il decreto cosiddetto crediti, quello che doveva essere dedicato a risolvere i problemi di imprese, famiglie e professionisti alle prese con i crediti incagliati e che invece è diventato un pantano, capace persino di peggiorare una situazione già di per sé drammatica.

Con il decreto n. 11/2023 il Governo e la maggioranza di destra hanno scritto un’innovativa pagina del parlamentarismo: emanare norme che generano nel paese confusione bloccando cessione del credito, sconto in fattura, perpetrando il blocco di lavori e liquidità e, poi, in sede di conversione, sono tornati indietro con una piroetta, sconfessando quasi tutte le decisioni originarie e continuando ad alimentare il clima di confusione e sfiducia.

Raccogliamo con preoccupazione le rimostranze che arrivano fortissime dalle associazioni di categoria e dai committenti dei lavori per bonus edilizi. Il provvedimento approvato, pur avendo prorogato i lavori per le villette su nostra richiesta, non è in grado di risolvere i problemi centrali e strutturali che bloccano il comparto dell’edilizia. Aver reintrodotto sconto e cessione per i lavori riguardanti le barriere architettoniche, gli immobili ex Iacp e quelli delle cooperative non può essere annoverato tra i risultati di questo decreto: semmai va considerato come un dovere per far in modo che lo Stato non si mostri sleale e irresponsabile. Resta un provvedimento improvvisato e contraddittorio che nasce per bloccare tutto e infine, dopo polemiche e proteste, sblocca qualcosina: ma questi mesi di danni economici e paralisi chi le restituisce agli imprenditori e alle famiglie? Questo decreto è una via di mezzo tra masochismo politico e improvvisazione istituzionale.

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