L’INIZIATIVA
ROMA Un’associazione per monitorare gli errori giudiziari, il ruolo del pubblico ministero e la fase delle indagini preliminari. L’obiettivo è uno: trasformare il settore Giustizia in uno strumento che ispiri fiducia, e non timore, nei cittadini. I dati dicono che ogni giorno in Italia tre persone vengono sottoposte a misura cautelare pur essendo innocenti e ogni anno sono tantissimi i processi che si concludono con assoluzioni: circa il 50 per cento di quelli che arrivano a dibattimento, secondo i numeri diffusi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nata su impulso del senatore Pd Luciano D’Alfonso, l’Associazione 358 richiama l’omonimo articolo del codice di procedura penale: quello che impone al pm di effettuare accertamenti per cercare prove anche a favore dell’indagato. «Esiste un articolo specifico, eppure – sostiene D’Alfonso – troppo spesso le cose vanno diversamente.
Questa associazione è nata da una domanda. Ci sono un articolo del codice di procedura penale che dovrebbe essere il baluardo della difesa nella fase
delle indagini, e un articolo della Costituzione, il 111, che espone le regole del giusto processo: perché entrambi sono ormai talmente impolverati da non entrare nel patrimonio collettivo di attesa e di pretesa?». I processi che sfociano in assoluzioni «producono cicatrici profonde, che mettono a repentaglio la salute e la vita delle persone», prosegue il senatore. Da qui, la decisione di fondare l’Associazione 358: per monitorare e prevenire errori giudiziari dovuti al mancato rispetto delle garanzie dell’indagato. All’appello del politico hanno già risposto in centinaia: avvocati, studenti, professori universitari, appassionati di diritto, semplici cittadini.

LE PROPOSTE
Con gruppi di studio e segnalazioni, l’Associazione inizierà
nei prossimi mesi un monitoraggio della situazione Giustizia a livello nazionale, realizzando dossier con votazioni da cui partire per chiedere sanzioni e azioni disciplinari. Verranno studiati in modo approfondito i casi di assoluzione, di indagati rimessi in libertà dal Riesame o dalla Cassazione per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, o per inesistenza di esigenze cautelari. L’Associazione effettuerà una misurazione dell’errore, dando votazioni che vanno dallo zero alla lode.
L’obiettivo è divulgare una cultura garantista che rimetta al centro di ogni procedimento la necessità di tutelare la dignità di tutti i cittadini. «Molte volte le vite di persone che sono state ingiustamente indagate e processate sono andate distrutte. Spesso gli errori derivano da una mancanza di cura nell’osservazione dell’articolo 358 del codice», precisa D’Alfonso.

IL DISEGNO DI LEGGE
Le proposte riguardano diversi punti. «Il cittadino non deve avere paura della Giustizia -spiega ancora il senatore dem – spesso, invece, le persone sentite anche solo come testimoni ci hanno comunicato di essere rimaste traumatizzate dai metodi impiegati per condurre le audizioni, anche di semplici testimoni. Vorremmo che questi colloqui venissero videoregistrati, e la stessa cosa dovrebbe succedere per gli interrogatori». Sul tema, D’Alfonso ha già presentato un disegno di legge. Il monitoraggio svolto si estenderà anche all’operato della polizia giudiziaria. Un’altra riforma che l’Associazione intende promuovere ha come scopo consentire agli avvocati della difesa di avere come interlocutore il gip, e non il pm, nel corso delle indagini preliminari, soprattutto in caso di indagini difensive, in modo da «non svelare le informazioni alla controparti», spiega D’Alfonso. Un’altra proposta è la rotazione degli agenti di polizia giudiziaria a supporto dei pm. «Nel nostro Paese ci sono persone che si sono tolte la vita a causa di indagini fatte male, perché c’era la volontà di cercare a tutti i costi un colpevole -conclude il senatore – abbiamo deciso di inaugurare l’Associazione in questi giorni spinti dalle parole del presidente Sergio Mattarella, che nel suo discorso di insediamento ha riservato un ampio capitolo al settore della Giustizia. Vogliamo dare un contributo importante».

I DATI
Secondo il report del portale Errorigiudiziari.com, quotidianamente aggiornato nei numeri e nelle storie raccontate, in media sono 1.015 le persone che ogni anno vengono arrestate da innocenti. Mentre – considerando anche prescrizione e altre cause di non punibilità – i dibattimenti che si chiudono con un nulla di fatto sono più della metà. Numeri che fanno riflettere.

Da Il Messaggero, Michela Allegri

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