Telelavoro, innovazione, risorse: le linee secondo ministri, urbanisti ed esperti.
Il convegno all’aurum 60 ospiti

Dal quotidiano IL CENTRO di Marcella Pace

Comincia da Pescara il percorso per la redazione di una Carta delle città del futuro. Per un giorno, ieri, il capoluogo adriatico è stato il quartiere generale nazionale per costruire il profilo delle città del domani, attraverso le riflessioni di sessanta tra ministri, sindaci, assessori, docenti universitari, urbanisti, giuristi, giornalisti. L’occasione l’ha data “Quale Città – Identità, dimensioni, bellezza e diritti di cittadinanza”, il convegno ideato da Luciano D’Alfonso, presidente della commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica, e organizzato dall’Officina in coordinamento con il dipartimento di Architettura di Pescara, il Comune, l’associazione WOO, e con la Fondazione Europa Prossima, con l’alto patrocinio del Senato della Repubblica, il patrocinio della Conferenza delle regioni e delle provincie autonome.

All’interno dell’ex Aurum, uno dei luoghi più identitari di Pescara nato, come ha ricordato il sindaco Carlo Masci, «prima come centro vacanze, poi come fabbrica di liquori e divenuto oggi Fabbrica delle idee», sono stati convogliati opinioni, conoscenze e approfondimenti che rappresenteranno gli elementi fondanti della Carta di Pescara, sviluppati nel corso di sei sessioni tematiche, accompagnate da autorevoli testimonial e incentrate su ambiente, sicurezza, inclusione, tecnologia, spazi sociali e culturali.

CASELLATI, CENTRALITÀ. La giornata è cominciata con l’intervento della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Il fatto di essere a Pescara in presenza a parlare delle città è un importante segnale di ripartenza. “Quale città” è una visione programmatica su uno spazio pubblico, capace di conciliare identità e dimensioni, bellezza e diritto di cittadinanza. Dopo un anno di pandemia dobbiamo interrogarci su cosa significhi davvero avere il diritto alla città. Non vorrei che alcune soluzioni, come il telelavoro, che certamente potevano essere utili nell’emergenza, diventino una regola universale per la definizione degli stili di vita. Questo cambierebbe il volto delle nostre città. Uffici chiusi, centri svuotati, pubblici esercizi senza più mercato, servizi, terziario e immobiliare con i relativi indotti in crisi irreversibile». E per la presidente del Senato, «la risposta alla pandemia deve nascere anche dalle città. Dobbiamo restituire alla città una centralità demografica, sociale ed economica. La città è tutto. È casa, è vita di relazione. È lo spazio e il tempo in cui si svolge la dinamica quotidiana di ciascuno di noi. Città significa crescita di idee innovative ed economica: la città è un moltiplicatore di Pil».

IL MINISTRO E LE RISORSE. Ed è cominciato proprio dall’analisi della condizione economica del Paese, l’intervento del ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco. «Da 25 anni il nostro Paese cresce meno degli altri. Nel 1995 il Pil era sopra di 10 punti e oggi è sotto di 10. Quando la pandemia è arrivata il nostro Pil era inferiore di 4 punti a quello del 2007. L’anno scorso abbiano perso 9 punti. Ora la vera sfida del Paese è tornare a crescere stabilmente. In questo il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è un’opportunità. Arriveranno 191 miliardi con 30 miliardi in più del Governo. Avere i fondi non può bastare», avverte il ministro. «Le città possono avere un ruolo importante per l’attuazione del piano. 80 miliardi dovranno essere spesi proprio dagli enti locali. E le città saranno destinatarie di queste risorse anche come luoghi in cui questi progetti si realizzeranno e dovranno fornire servizi migliori per rendere le città più vivibili, dinamiche, digitalizzate e attente ai consumi».

COLAO, DUE SFIDE. L’altra partita per le città del domani si gioca sul terreno della digitalizzazione. Lo ha sottolineato il ministro all’Innovazione digitale Vittorio Colao, in collegamento via web. «Abbiamo davanti due sfide importanti. La prima riguarda la connettività: entro i prossimi 5 anni vogliamo raggiungere con la banda larga il 100 per cento dei territori. La seconda riguarda l’ambito dei servizi pubblici».

MARSILIO, PERIFERIE. Digitalizzazione, sostenibilità, dunque, ma anche, per il presidente della Regione Marco Marsilio, «ripensare le città partendo dai centri storici e dalle periferie. Per la città di Pescara grazie anche alla collaborazione del sindaco Carlo Masci, stiamo lavorando al recupero di una periferia storica come quella di Rancitelli. Nei prossimi mesi partiremo con una sostituzione edilizia del Ferro di Cavallo, restituendo al quartiere identità, integrazione, bellezza architettonica e diritti di cittadinanza per i residenti».

MASCI, IDENTITÀ. «Quella di Pescara è un’identità del tutto particolare», ha evidenziato Masci nel panel “Città e Identità”, quale testimonial, insieme al sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli. «La nostra identità è costruita sulle persone che si sono sentite pescaresi. Ora stiamo tentando un processo di fusione a tre con Montesilvano e Spoltore, per avere un’altra grande città che diventerà la quattordicesima d’Italia. Inseguiamo un’identità propria non fatta di caratteristiche architettoniche, ma di senso di appartenenza al territorio e alla società. Una identità delle persone e non delle cose».

D’ALFONSO, LA CARTA. «Sappiamo che la città vale, dà tanto a tutti, ma non sempre il diritto, la decisione pubblica e l’ordinamento si pongono le reali esigenze della città», ha sintetizzato il senatore D’Alfonso. «Servono tecnologia, digitalizzazione, risorse per tutelare l’ambiente. Tutto questo e molto altro devono diventare oggetto di visione, di programmazione e di condivisione di una nuova cultura della città. La Carta, resa ancora più urgente dopo la pandemia, servirà a non farsi trovare più impreparati. Abbiamo bisogno a Roma di un ministero delle Città, dove si possa scrivere un progetto interdisciplinare in modo progrediente. C’è bisogno di stabilire una gradazione delle priorità. Serve un diritto nuovo, una visione nuova delle città».

Dall’Aurum di Pescara, il mio intervento all’esperienza culturale “Quale Città. Identità, dimensioni, bellezza e diritti di cittadinanza”.

Il mio intervento alle sessioni Città, Reti e Transizione
Il mio intervento di chiusura alle sessioni plenarie



Dal Tg1
Dal TGR


Da Il Sole 24 ore
Convegno Integrale
Sessione 3 Città Reti e Transizioni (video integrale)
Sessione plenaria di chiusura (video integrale)

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