Esprimo tutta la mia solidarietà alla giornalista Anja Cantagalli di Cityrumors, aggredita da un gruppo di persone politicamente avverse che tentavano di disturbare la mia iniziativa.

Questi i fatti: come da me preannunciato sin da ieri su Facebook e alle testate giornalistiche, stamattina mi sono recato davanti alla sede della ASL a Teramo, per fare dieci domande alla persona giuridica del direttore generale dell’azienda sanitaria, a salvaguardia della libertà degli operatori della sanità e del diritto alla salute, da mettere al riparo dalle prepotenze della Regione in scadenza.

Durante questa mia iniziativa, un gruppo di contestatori – chiaramente organizzato con clacson e trombette – ha cominciato a rumoreggiare a pochi metri di distanza.

Anja Cantagalli si è avvicinata per riprenderli con il proprio cellulare, e qui è scattata l’aggressione: le hanno strappato il telefono dalle mani e non intendevano riconsegnarglielo. La giornalista ha dovuto chiamare la polizia per farsi ridare lo strumento di lavoro, che i contestatori hanno gettato per terra schernendola con la frase: “Sei stata tu a buttarlo, volevi ricomprartene uno nuovo”.

Rinnovo tutta la mia solidarietà ad Anja Cantagalli e mi metto a sua disposizione per eventuali testimonianze mirate alla ricostruzione della verità, al contempo esprimo la più totale riprovazione per questo atto violento e intimidatorio ai danni di una operatrice dell’informazione, riprovazione che si estende anche ai mandanti di questo gruppo di contestatori. Le contestazioni sono legittime ma non devono mai sfociare in atti di violenza, a maggior ragione nei confronti di una donna proprio nella giornata dell’8 marzo.




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