Le chiacchiere di Marsilio se le è portate via il vento caldo che ha soffiato in questi giorni: per la Roma-Pescara servono almeno 5.684,83 milioni di euro, ovvero oltre 5,6 miliardi. Dal governo sono arrivati soltanto 400 milioni, quante ere geologiche occorreranno per coprire l’intera somma? Non basta allestire una parata di regime e dire «investiremo 7,8 miliardi prendendo i soldi dal Pnrr e dal Fondo di sviluppo e coesione» perché di quei finanziamenti c’è traccia soltanto nei sogni del presidente in scadenza. Le carte dicono altro: nel Contratto di programma 2022-2026 – Parte investimenti, sottoscritto tra Ministero delle Infrastrutture e Rete Ferroviaria Italiana, si legge (a pagina 77) che mancano 5 miliardi 220 milioni per la nuova linea Roma-Tagliacozzo e il raddoppio delle tratte Avezzano-Sulmona e Pratola Peligna-Scafa, e (a pagina 74) che occorrono altri 464,83 milioni per il raddoppio delle tratte Tagliacozzo-Avezzano, Sulmona-Pratola Peligna, Scafa-Manoppello e Manoppello-Interporto d’Abruzzo. Nel documento il governo ha stanziato appena 10 milioni per le prime tre opere e 390 milioni per le altre quattro, quanti secoli ci vorranno affinché venga finanziato tutto il percorso? Di questo passo, forse neanche i nostri figli riusciranno a vedere il completamento dell’intera infrastruttura.

Sto ancora aspettando che qualche esponente del governo nazionale o regionale spieghi il taglio di 845 milioni di euro per il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara operato dal Ministero delle Infrastrutture con il documento dell’8 giugno scorso intitolato «Primo atto integrativo al Contratto di Programma 2022-2026 – parte Investimenti. Informativa ai sensi dell’art.15, comma 2 bis del decreto legislativo 5 luglio 2015, n. 112». Nel dettaglio, sono stati tolti 568 milioni per le tratte Interporto d’Abruzzo-Chieti-Pescara e 277 milioni per le tratte Sulmona-Pratola Peligna e Tagliacozzo-Avezzano. In pratica siamo di fronte al noto trucco di certa politica: con una mano ti do una briciola, con l’altra ti tolgo una pagnotta, un classico di Meloni & soci.

Gli abruzzesi potranno presto giudicare l’operato di questa giunta regionale, compresi i suoi vaniloqui: in quattro anni e mezzo c’era tutto il tempo per programmare e realizzare, e invece non è stato fatto nulla, al contrario della giunta che ho presieduto, grazie alla quale sono stati iscritti nei documenti contabili di RFI per l’Abruzzo, a sostegno di questa importantissima infrastruttura, ben 1.556 milioni, come testimonia il Contratto di programma 2017-2021 di Rete Ferroviaria Italiana.

Il Messagero

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