Giovedì in Senato abbiamo fatto una rivoluzione attesa dal secolo scorso. Una riforma di struttura che modernizza il Paese rendendo più efficiente e più giusta la giurisdizione tributaria.
Ho voluto sottolinearlo, questa mattina, nel corso della conferenza stampa d’illustrazione dei punti salienti della riforma della giustizia tributaria approvata giovedì pomeriggio dal Senato. Martedì prossimo il passaggio alla Camera dei Deputati per il via libera finale.
Già un’ora prima dell’incontro con i giornalisti, mi ero soffermato sul valore epocale della riforma intervenendo, a Taranta Peligna, all’inaugurazione delle Grotte del Cavallone, chiuse dal 2018 e riaperte grazie ai fondi Masterplan stanziati dalla Giunta regionale da me guidata. Da giovedì – ho detto ai tarantolesi presenti  – c’è una norma che stabilisce, per tutte le agenzie fiscali, che se il funzionario non valorizza le  situazioni di fatto e di diritto descritte dal contribuente  e, poi, accade che davanti il giudice di primo grado il contribuente ha ragione, a pagare è il funzionario: questa norma è una vera rivoluzione a cui lavoravo da quattro anni. E c’è voluta tutta la mia ostinazione per non lasciarmi demotivare dalle parole ricevute in questi anni, da “poi vediamo” a “non è il momento”: la norma, invece, finalmente c’è ed  è nata all’unanimità. Il mio ringraziamento più grande lo rivolgo a tutti i senatori delle due Commissioni Finanze e Giustizia per la convergenza raggiunta, nonostante il distanziamento politico, e per il lavoro di squadra condotto con alto senso di responsabilità.

Finalmente nasce anche in Italia un giudice tributario non più in prestito ma a tempo pienoselezionato tramite un concorso rigoroso aperto anche ai laureati in economia oltre che ai dottori in Legge.  Saranno 567 selezionati a partire da dicembre nell’arco dei successivi due anni. E in un periodo transitorio affiancheranno i giudici onorari part-time che finora hanno fatto tutto il possibile per garantire la soluzione dei contenziosi tra Amministrazione e contribuenti, sebbene all’interno di un sistema non più adeguato a soddisfare la domanda di giustizia nella delicata e complessa materia fiscale: “A loro va tutto il nostro riconoscimento per il duro lavoro svolto”.
Le ulteriori importanti innovazioni introdotte dalla riforma si possono così riassumere.

Nasce il giudice autonomo e indipendente grazie al rafforzamento dell’organo di autogoverno della magistratura tributaria  che potrà disporre di attività ispettiva e formativa e realizzare sempre più, presso di sé, lo status di autonomia e indipendenza del giudice tributario”
L’istituto della prova testimoniale: finalmente anche nel rito processuale tributario compare la prova testimoniale per far emergere la verità distinta dalla verosimiglianza che ingiustamente inchioda il contribuente.
Viene introdotto il tirocinio professionale di sei mesi per i nuovi giudici tributari che potranno così meglio garantire la qualità e l’uniformità della giurisdizione.
Ci sarà la possibilità, tramite interpello, di un transito di un certo numero di magistrati ordinari (civili, penali, amministrativi, contabili, militari) nella magistratura tributaria.
L’assegnazione del “Bollino Blu” ai contribuenti virtuosi che saranno titolari di un diritto in più e non pagheranno la garanzia fideiussoria richiesta all’insorgere del contenzioso.
Il “saldo e stralcio” per liberare la Cassazione accerchiata da 50mila casi di contenzioso risalentientro la soglia di 100mila euro di lite, il contribuente che ha vinto in primo grado, ma ha perso al secondo e ha fatto ricorso in Cassazione, potrà fare istanza in un lasso di tempo per pagare il 20%  della sanzione e chiudere la lite col fisco. Se, invece, il contribuente ha vinto in tutti e due i gradi e si trova al contenzioso in Cassazione potrà chiudere pagando solo il 5%.
L’appellabilità delle sentenze del giudice monocratico (prima inappellabili) per i contenziosi fino a 3mila euro.
Si introducono gli istituti deflattivi del Reclamo e della Mediazione, con la novità della norma –  prima descritta –  che se il funzionario dell’Agenzia delle Entrate non valorizza le situazioni di fatto e di diritto contenute nell’istanza, e poi il contribuente ottiene ragione, scatta la responsabilità contabile ed erariale del funzionario.
Si introducono misure per risolvere la crisi della funzione nomofilattica della Cassazione in modo da garantire l’uniforme interpretazione della legge anche nella materia tributaria, con la sezione specializzata della Cassazione nella materia tributaria e con l’istituzione del Massimario Nazionale facilmente consultabile presso il Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria.
Si abbassa la soglia reddituale da 20 milioni a 15 milioni, per consentire all’imprenditore estero che investe in Italia di interpellare il Fisco italiano per conoscere prima e  con certezza i suoi diritti e i suoi doveri tributari.

Dopo il voto finale della Camera, spetterà poi all’Amministrazione mettere a motore la nuova Giustizia Tributaria.

Conferenza Stampa


Da Rete8

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