La riforma fiscale deve meritare e produrre facilità. Le parole del Direttore Ruffini consentono di cantierare una riforma fiscale che non diventi un mostro e che abbia come stella polare la riduzione del prelievo indistinto.

Dobbiamo aiutare chi ha, nei confronti del Fisco, un rapporto trasparente e onesto, così come dobbiamo riconoscere con un bollino blu e premiare chi poteva evitare, in questi terribili mesi, la corresponsione fiscale e invece ha pagato poiché convinto di farlo nell’interesse nazionale. Dobbiamo fare una operazione verità nei documenti contabili del nostro Ordinamento tributario, relativamente al magazzino fiscale: si parla di 950 miliardi di euro ma non sono più di 150 i miliardi esigibili realmente.

Dopo la stagione dei finanziamenti straordinari e dalla consistenza irripetibile, derivanti dal quadro di coordinamento della finanza pubblica europea occorre rimettere ordine nel bilancio statale e nei bilanci degli enti locali e territoriali.
La certezza dei dati acquisita nell’Ordinamento tributario centrale va resa possibile e disponibile anche a sostegno delle istituzioni locali, rendendo pienamente interpretabili i dati e le informazioni in giacenza nel patrimonio conoscitivo centrale.
La riforma della Giustizia Tributaria deve entrare prepotentemente nell’agenda di Governo e Parlamento.

Nel credito fiscale maturato dai cittadini nei confronti dello Stato c’è tanta ricchezza che va rimessa nel circuito della economia reale: questo vuol dire contratti onorati, all’insegna della reciprocità di correttezza, con le fattezze dell’automatismo, che la tecnologia fisiologicamente ci può garantire con assoluta semplicità. I ripetuti ritocchi normativi natalizi hanno zavorrato il nostro Ordinamento, rendendolo progressivamente problema prioritario da affrontare, poiché hanno cristallizzato sacche di privilegi.

Il nuovo Ordinamento fiscale va ripensato rispetto allo spazio europeo da una parte e allo spazio della economia digitale dall’altra.
I dati in continua produzione del cittadino consumatore che sceglie ed opera digitalmente valgono sempre di più, rilevantemente, ed è bene che diventino cespiti non solo potenziali dell’Ordinamento fiscale nazionale, a copertura dei bisogni crescenti di cittadinanza.
I 30 mesi che ci separano dalla fine naturale della legislatura devono servire per mettere in campo una riforma organica, ordinata, comprensibile poiché capace di promuovere gli adempimenti tributari della cittadinanza con facilità e piena consapevolezza.

Luciano D’Alfonso senatore Pd e Presidente della Commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama

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