E’ necessario e urgente intensificare gli sforzi per garantire un effettivo avvio e sviluppo delle Zes, le Zone economiche speciali nelle regioni definite dalla normativa europea come ‘meno sviluppate’ o ‘in transizione’, in particolare nei territori del mezzogiorno duramente colpiti dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
In Italia sono regioni meno sviluppate, con Pil pro capite inferiore al 75% della media europea, le regioni Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania. Sono regioni in transizione, con Pil pro capite tra il 75% e il 90% della media europea, le regioni Sardegna, Abruzzo e Molise.
Lo scopo delle Zone economiche speciali è quello di creare condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, che consentano lo sviluppo delle imprese già operanti e l’insediamento di nuove imprese.
Tali imprese sono tenute al rispetto della normativa nazionale ed europea, nonché alle prescrizioni adottate per il funzionamento della stessa Zes e beneficiano di speciali condizioni.
Chiedo al Ministro delle Finanze quali iniziative intenda adottare per favorire l’insediamento di nuove imprese nel perimetro delle Zes attive, prevedendo per le imprese che operano nell’ambito delle Zes una riduzione, seppur limitata e nel rispetto della normativa europea, delle imposte dirette ed indirette e dei tributi in corrispondenza di programmi di impresa di significativa ricaduta occupazionale, stanziando a tal fine apposite risorse finanziarie nei prossimi provvedimenti, a partire dalla legge di bilancio per il 2022.

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