“Prossimo passo: Pescara”

Un nuovo modello per la valorizzazione dei beni demaniali è stato al centro del convegno nazionale ospitato al Teatro delle Muse di Ancona, promosso dall’On. Luciano D’Alfonso, che ha richiamato magistrati, imprenditori, autorità portuali e rappresentanti istituzionali per disegnare una strategia condivisa e orientata alla sostenibilità e allo sviluppo. L’obiettivo: dare attuazione concreta ai principi della Direttiva Bolkestein con bandi trasparenti, efficaci e “veritieri”, ispirati al modello virtuoso avviato nel porto di Trieste.

D’Alfonso: “I porti non vanno tenuti in frigorifero”

«I beni demaniali – ha dichiarato D’Alfonso – devono essere fonte di sviluppo, non risorse congelate. La loro gestione deve generare benefici moltiplicativi per il territorio e sfociare in investimenti trasparenti e misurabili». Citando il caso virtuoso della società Seastock srl di Trieste, guidata da Walter Tosto Spa, il parlamentare ha sottolineato come l’assegnazione fino al 2060 dell’area ex Depositi Costieri sia diventata un laboratorio nazionale per la “verità contrattuale” tra pubblico e privato.

Verso un nuovo sistema di gare

Tra i temi più urgenti trattati: la necessità di avviare bandi di gara realistici per la gestione dei beni demaniali marittimi, non solo per adempiere agli obblighi comunitari, ma per costruire un sistema competitivo fondato su progetti veri, con obblighi a carico dei gestori, garantendo regole certe, trasparenza e misurazione degli effetti. In tal senso, D’Alfonso ha annunciato un prossimo incontro a Pescara per tradurre le esperienze di Ancona in un modello operativo.

Interventi: demanio, ambiente, portualità e sviluppo

La Sustainability Manager di SeastockMarzia Mazzoni, ha posto l’accento sul legame tra gestione dei beni pubblici, ambiente e sicurezza energetica, affermando che “le coste sono fondamento materiale del benessere collettivo”.

Il magistrato Giovanni Cirillo della Corte dei Conti, autore del parere sulla gestione dei beni demaniali, ha illustrato l’efficacia del progetto Seastock come esperimento pilota, auspicando una legge quadro nazionale condivisa con le Regioni e articolata su cinque pilastri: occupazione, energia verde, sostenibilità, pianificazione territoriale e continuità contrattuale con prelazioni trasparenti.

Liguori (MIT): “I porti siano catalizzatori di investimenti buoni”

Di peso anche l’intervento di Donato Liguori, Direttore generale per i porti del MIT, che ha confermato la volontà del Governo di promuovere un piano nazionale di investimenti sui porti, aprendo a partenariati pubblico-privato e spingendo per tempi certi e certezza normativa, “condizioni irrinunciabili per attrarre capitali e dare fiducia agli investitori”.

Garofalo (Autorità Adriatico Centrale): “Concessione come patto tra pubblico e privato”

Il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Vincenzo Garofalo, ha sostenuto che «la concorrenza si misura sui benefici degli investimenti, non solo sull’offerta economica. Il partenariato è la via maestra per rigenerare infrastrutture e territori».

Verso una stagione nuova

Il confronto ha visto la partecipazione anche di Tommaso Miele (Presidente aggiunto Corte dei Conti), Valentina D’Agostino (Procura Ancona), Salvatore Minervino (Segretario generale Autorità Portuale Adriatica), Raffaele Zanon(Confimi Industria), Giacomo Fossataro (DG Walter Tosto) e la prof.ssa Marta Cerioni.

D’Alfonso ha concluso prefigurando la trasposizione di quanto appreso ad Ancona direttamente a Pescara, con un ciclo di incontri tecnici volti a sbloccare potenzialità dormienti, riportare il demanio al centro del sistema produttivo e scongelare le opportunità legate alla costa e alla logistica.

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